Geopolitica
Ad una prima visione dell'insieme della pubblicistica italiana dedicata alla guerra nell'Ossezia del Sud si nota, immediatamente, un risalire alle cause ultime ridotte ad un "praticismo" sterile ma diretto. La guerra ed ogni conflitto in generale è una questione di interessi,solo ed unicamente di calcoli economici,quindi,non può sfuggire a questa categoria,ormai metafisica,la tragedia del Caucaso. Ultima e sola spiegazione del conflitto osseto, abcaso-georgiano è,quindi,gli interessi petroliferi. Analizzando,però,questa categorica affermazione,si scopre che gli interessi petroliferi che sono stati messi in risalto sono più quelli della C.S.I che non quelli di altre potenze,pensiamo a quelli anglosassoni nella zona e nell'Asia Centrale. Molto lunga sarebbe la citazione di una lunga serie di articoli apparsi su quotidiani e riviste italiane che descrivono la realtà politica e sociale della Federazione Russa come il prodotto del sistema economico legato allo sfruttamento dell'energia gas e non. L'ente petrolifero russo sembra quasi che abbia preso il ruolo demiurgico che il Partito Comunista aveva negli anni '70. Unita strettamente alla pratica e/o alla vera e propria cultura pratica imperante nel sistema intellettuale italiano contemporaneo è la sottovalutazione da un lato e la ricerca spasmodica di fonti informative provenienti dagli U.S.A e dalla Gran Bretagna. Citiamo a questo proposito l'Eurodeputato Giulietto Chiesa:"I nostri giornalisti,i nostri "importanti"giornalisti,quelli che hanno in mano i principali strumenti,sono tutti al servizio degli Stati Uniti d'America." Giulietto Chiesa :palamitonews.com/ numero 207". Gli U.S.A per anni hanno fornito alle Forze Armate georgiane armi moderne, tecnologie militari,istruttori e tecniche di guerra psicologica ad un livello quantitativo e qualitativo notevolissimo (la potenza di fuoco di alcuni reparti georgiani era notevolmente più alta di quella dei migliori reparti russi). Tutto questo è stato del tutto sottovalutato. Dal punto di vista geo-strategico deve essere sottolineata la costante sottovalutazione delle difficoltà delle FF.AA russe nella condotta delle operazioni. Citiamo dal documentato articolo di Piero Sinatti: "Georgia, l'autocritica russa troppi errori e perdite".-Il Sole 24 ORE-23 agosto 2008: Le perdite aeree. Le perdite più gravi,oltre agli oltre 70 morti contati tra i soldati russi,sono state i quattro aerei abbattuti dalla contraerea georgiana. Tre caccia bombardieri di epoca sovietica SU-25 e -più grave ancora-n bombardiere a largo raggio TU 22.Gli esperti si sono chiesti perché gli impianti radar georgiani non siano stati messi in tempo giusto fuori uso,usando i diversi tipi di missili antiradar che dovrebbero essere in dotazione agli aerei impegnati al fronte. Una varietà di "mezzi di distruzione a lunga distanza e ad alta precisione"da impiegare in conflitti di varia dimensione,è sulla carta a disposizione delle forze aeree. Il loro uso avrebbe consentito già nelle prime del conflitto di neutralizzare i sistemi georgiani di collegamento,intelligence e direzioni delle operazioni. Così non è stato." Questa è una realtà e su questa bisogna saper,però,riflettere. Prima riflessione;le perdite aeree dimostrano che il "Davide" georgiano non era poi così disarmato come inizialmente alcune fonti informative internazionali hanno divulgato. Seconda riflessione,che cosa sarebbe accaduto se la Russia avrebbe usato parte del suo arsenale missilistico preventivamente sul territorio georgiano,magari quando erano in corso esercitazioni militari a ridosso del confine invaso,con il rischio di uccidere consiglieri militari U.S.A e farsi descrivere come imperialisti eredi della dinastia degli Zar? Quanta propaganda,quante azioni sul fronte diplomatico la Federazione Russa avrebbe dovuto affrontare? Nella memoria storico e militare russa i fatti relativi all'incidente dei pescherecci nel lontano ,ma attualissimo 1905,sono presenti e studiati .Ad un livello culturale diverso per analisi e dati storici-geopolitici trattati si situano gli articoli apparsi in lingua italiana di due autori:il Professore Gaga Sciurgaia e la Dottoressa Ljudmilla Korotkova. Il primo è docente all'Università Cà Foscari di Venezia ed ha scritto della tragedia caucasica un'ampia e dotta spiegazione ,la seconda ha descritto la questione osseina sul sito RussianEcho.net in un'importante ed esauriente articolo dal titolo:Ossezia Alla scoperta della storia di un popolo per capire meglio la Russia di oggi.Deve essere sottolineato a merito degli autori la loro capacità dimostrata di usare studio e cultura in maniera esemplare pur essendo emotivamente coinvolti negli avvenimenti. La nazionalità del Professore Sciurgaia è georgiana. Sugli scritti del professore ,ripetiamo,ampi e ben documentati,abbiamo qualche differenza di analisi e concettuale e in seguito le descriveremo. Lo studio di Ljudmilla Korotkova ha il grande pregio geopolitica di riuscire a delineare in poche frasi la presenza e l'autonomia di un preciso attore etnico geografico:il popolo assetino. La sua storia importantissima e ricca di peculiarità culturali proprie. Scrive Ljudmilla Korotkova: "La storia dell'Ossetia del Sud è complicata e contraddittoria. Oggi la Georgia sta cercando di riscrivere la sua di storia su questa regione. Ciò tuttavia non può avvenire a discapito dell'oggettività dei fatti. Ecco quali. Nel Medioevo l'Ossetia del Sud non ha mai fatto parte di uno stato georgiano,facendo invece parte di una potente unione di tribù iraniche nord caucasiche. A più riprese i re georgiani hanno tentato con la forza delle armi di impadronirsi dei territori dell'Ossetia del Sud e di porli sotto il loro controllo militare e politico.L'Ossetia malgrado ciò continuò a mantenere la sua autonomia rispetto al governo della georgia". L'articolo continua lungo la traiettoria storica definendo la continuità del popolo assetino.