Economia


Carlo Guarino*

La qualità dell’attivo, il livello di patrimonializzazione, la leva finanziaria e la redditività delle principali banche italiane quotate – analisi comparativa

 

 

 

 

 

 

Sommario

 

1.      Introduzione................................................................................2

2.      Analisi della qualità del credito..........................................................3

3.      Il livello di patrimonializzazione e la leva finanziaria..............................10

4.      Analisi della profitability................................................................11

5.      Considerazioni conclusive...............................................................16

6.      Sitografia..................................................................................19

7.      Videografia................................................................................22

8.      Bibliografia................................................................................22

 

 

 

 

 

 

 

 

___________________________________

* Dirigente Autorità Nazionale di Vigilanza

1.      Introduzione

L'obiettivo del presente lavoro è quello di fornire un'analisi comparativa della qualità dell'attivo, del livello di patrimonializzazione, della leva finanziaria e della redditività delle principali banche italiane quotate.

In particolare, sono stati analizzati i dati al 30.6.2023 relativi alla composizione dei crediti deteriorati lordi ed alle percentuali di copertura degli stessi di Unicredit, Intesa San Paolo (Banca Intesa), Monte dei Paschi di Siena (BMPS), Banco/BPM, Banca Popolare dell'Emilia Romagna (Bper) e della Banca Popolare di Sondrio (Bpso).

I valori lordi e netti delle componenti dei crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e crediti scaduti/sconfinanti) delle banche in questione sono stati altresì sommati, al fine di individuare una "banca campione" con dei livelli "medi" di copertura delle predette classi di crediti da porre a confronto con i corrispondenti valori delle banche oggetto di analisi. In modo analogo, per ciascuna banca è stata inoltre indicata l'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti verso la clientela sia in termini lordi che netti in modo da evidenziare, rispettivamente, il "gross Npe ratio"[1] ed il "net Npe ratio"[2] e confrontare i relativi valori con quelli calcolati per la banca campione.

Nell'analisi della qualità dell'attivo si è anche tenuto conto dell'incidenza del gross book value dei crediti in stage 2[3] rispetto all'ammontare complessivo lordo dei crediti performing e del relativo livello di copertura.

Per ciascuna banca sono stati inoltre rappresentati alcuni indicatori patrimoniali significativi, quali il CET 1 ratio[4] ed il Texas ratio[5], nonchè il leverage ratio[6] ed il liquidity coverage ratio (LCR)[7] per valutare, rispettivamente, il livello di leva finanziaria e la capacità dei singoli istituti di coprire le proprie esigenze a breve termine con gli asset altamente liquidi detenuti.

Infine, l'esame è stato completato confrontando l'andamento economico delle banche in questione nel primo semestre del 2023 con il corrispondente periodo dell'esercizio precedente.

 

 

2.      Analisi della qualità del credito

Ai fini dell'analisi comparativa della qualità del credito delle banche selezionate, nella tabella seguente sono stati indicati i principali dati ed indici di qualità del credito delle banche in questione, così come risultanti dalle rispettive relazioni semestrali al 30.6.2023 ovvero dalle presentazioni effettuate agli analisti.

 

Tabella 1 Analisi della qualità del credito - dati al 30.6.2023 in milioni di euro

 

 

 

 

Unicredit

Banca Intesa

BMPS

Banco/

BPM

Bper

Bpso

Banca campione

Sofferenze lorde

2.852

3.693

1.439

1.868

1.020

519

11.391

Coverage ratio[8]

74,6%

68,2%

66,8%

61,9%

81,4%

83,2%

70,4%

Sofferenze nette

725

1.175

478

711

190

87

3.366

Inadempienze probabili lorde

8.487

6.002

1.865

2.280

1.277

849

20.760

Coverage ratio

40,7%

40%

41,5%

42,1%

47,2%

51,3%

41,5%

Inadempienze probabili nette

5.034

3.601

1.091

1.321

674

414

12.135

Scaduti/sconfinanti lordi

772

684

110

77

207

86

1.936

Coverage ratio

29,4%

23,7%

21,8%

27,6%

28%

11%

25,9%

Scaduti/sconfinanti netti

545

522

86

56

149

76

1.434

Tot. Crediti deteriorati lordi

12.111

10.379

3.414

4.225

2.504

1.454

34.087

Coverage ratio

47,9%

49%

51,5%

50,6%

59,6%

60,3%

50,3%

Tot. Crediti deteriorati netti

6.304

5.298

1.655

2.088

1.013

577

16.935

Tot. crediti v/clientela

450.846

437.497

76.056

108.158

89.095

33.300

1.194.952

Gross NPE ratio

2,6%

2,3%

4,3%

3,8%

2,7%

4,2%

2,8%

Net NPE ratio

1,4%

1,2%

2,1%

1,9%

1,1%

1,7%

1,4%

Crediti in stage 2/Crediti performing

(% of gross loans)

16,9%

9%

14%

11%

11,66%

9,45%

N/A

Coverage ratio dei crediti in stage 2

4,9%

4,3%

3,3%

2,2%

4,87%

3,83%

N/A

 

Un primo aspetto che emerge dall'analisi della tabella sopra riportata è un livello del Npe ratio, sia in termini lordi che netti, contenuto per tutte le banche del campione grazie all'intensa attività di derisking avviata dalle stesse negli ultimi anni anche attraverso operazioni di cessione/cartolarizzazione dei crediti deteriorati in portafoglio.

In particolare, il gross Npe ratio di tutte le banche selezionate è risultato inferiore al livello target (5%) richiesto dalla BCE e in alcuni casi (Banca Intesa, Unicredit e Bper) si è collocato sensibilmente al di sotto di tale soglia. Per tali banche, l'indicatore di rischio in questione si è infatti ridotto alla fine del semestre, rispettivamente, al 2,3%, al 2,6% ed al 2,7%.

Per le predette banche anche i valori dell'Npe ratio netto, pari all'1,1% per Bper, all'1,2% per Banca Intesa ed all'1,4% per Unicredit, sono risultati particolarmente contenuti e inferiori o pari alla media del campione (1,4%).

Come indicato, il miglioramento di tali indici di rischiosità da parte delle banche del campione è avvenuto anche tramite operazioni di cessione di consistenti portafogli di crediti deteriorati, che hanno consentito in alcuni casi (Unicredit, Bper e Banco/Bpm) di migliorare gli obiettivi contenuti nei rispettivi piani industriali.

In particolare, Unicredit è riuscita a conseguire già al termine del primo semestre del 2023 un gross Npe ratio (2,6%) inferiore al target del 3,5% previsto per la fine del 2024 nel piano strategico 2022-2024, approvato il 9 dicembre 2021, anche grazie alle significative cessioni di crediti deteriorati effettuate tra il 2022 ed il semestre successivo per complessivi 3,6 miliardi di euro circa. 

Una situazione similare è stata riscontrata anche per Bper, per la quale le cessioni di due portafogli di crediti unlikely to pay (UTP) concluse nel mese di aprile e di maggio 2023 per un valore esigibile complessivo pari a circa 900 milioni di euro hanno consentito alla banca romagnola di realizzare al termine del primo semestre del 2023 un gross Npe ratio pari al 2,7%, sensibilmente inferiore all'obiettivo del 3.6% previsto per la fine del 2025 nel proprio piano industriale 2022-2025, approvato il 10 giugno 2022.

Anche il Banco/BPM è riuscito a conseguire al termine del primo semestre 2023 un gross Npe ratio (3,8%) in sensibile miglioramento rispetto al valore del 4,8% previsto soltanto per la fine del 2024 nel piano industriale 2021-2024, approvato il 5 novembre 2021, grazie all'intensa attività di derisking attuata, che ha determinato una riduzione dei crediti deteriorati lordi per 1,6 miliardi di euro nel 2022 e per ulteriori 0,6 miliardi di euro nel primo semestre del 2023, a dimostrazione della centralità della strategia di un continuo miglioramento del profilo di rischio della banca.

Per le restanti banche, i livelli di tale indicatore di rischio sono apparsi comunque in linea con i target indicati nei rispettivi piani industriali.

Nel caso di Banca Intesa, la riduzione nel corso del 2022 e del primo semestre del 2023 dello stock dei crediti deteriorati lordi per complessivi circa 4,9 miliardi di euro ha consentito alla stessa di rispettare gli obiettivi intermedi in termini di contenimento del profilo di rischio previsti nel proprio piano di impresa 2022-2025, approvato il 4 febbraio 2022.

Al termine dell'arco di piano in questione (2025) è prevista una riduzione dei crediti deteriorati al lordo delle rettifiche a 9,3 miliardi di euro ed una incidenza di questi ultimi sui crediti totali in diminuzione all'1.6% e allo 0.8%, rispettivamente, al lordo ed al netto delle rettifiche di valore e senza impatto dal calendar provisioning[9].

Anche nel caso di Bpso, il gross Npe ratio realizzato da quest'ultima alla chiusura del semestre in questione (4,2%) è risultato in linea con il target del 4,3% indicato per la fine del 2023 nel piano industriale 2022-2025, approvato il 29 giugno 2022. Al termine dell'arco di piano è previsto che tale indicatore della qualità dell'attivo si riduca al 3,8%.

Una situazione analoga è riscontrabile anche per BMPS, per la quale il livello del gross Npe ratio conseguito al termine del primo semestre del 2023 (4,3%) è apparso compatibile con gli obiettivi del 3,9% e del 3,3% stabiliti per tale indicatore di rischio, rispettivamente, per il 2024 ed il 2026 nell'ultimo piano industriale, approvato il 23 giugno 2022.

Tra l'altro, nel comunicato stampa di approvazione dei risultati al 30.6.2023, la banca senese ha reso noto di aver sottoscritto successivamente alla chiusura del semestre un contratto di cessione di un portafoglio di crediti non performing per un gross book value di circa 230 milioni di euro, riducendo il predetto indicatore al 4%.

Un secondo aspetto che emerge dall'analisi della tabella sopra riportata è dato dai livelli di copertura delle sofferenze e degli UTP particolarmente elevati nel caso di Bpso e di Bper sia rispetto alle altre banche che a quelli medi della banca campione.

Per le restanti banche, il livello di coverage degli UTP è apparso sostanzialmente in linea con quello della banca campione e compreso in un range tra -150 e 60 basis point, registrati rispettivamente da Banca Intesa e dal Banco/Bpm.

Più marcato è risultato invece lo scostamento con riguardo al livello di copertura delle sofferenze con un range compreso tra -850 basis point del Banco/Bpm e 420 basis point di Unicredit.

Tuttavia, per quanto concerne il Banco/Bpm, qualora si prendessero in considerazione anche i crediti stralciati, che porterebbero ad un incremento di copertura delle sofferenze a circa il 70%, tale scostamento si ridurrebbe a soli -40 basis point.

Un ulteriore elemento che è emerso dall'analisi della tabella sopra riportata è costituito dall'elevato rapporto tra il valore lordo dei crediti in stage 2 e l'ammontare complessivo lordo dei crediti performing registrato sia da Unicredit (16,9%) che da BMPS (14%) rispetto alle altre banche del campione.

Tale rapporto costituisce un rilevante indicatore della qualità dell'attivo e consente di valutare le azioni necessarie da porre in essere per mitigare l'ulteriore deterioramento delle posizioni in bonis che hanno già manifestato un aumento significativo del rischio di credito rispetto al momento della rilevazione iniziale.

Al riguardo, Unicredit ha indicato che l'attenzione dedicata a tale categoria di crediti ha consentito di migliorare il predetto rapporto rispetto alla fine del 2022 (18,9%) con una riduzione dei crediti lordi in stage 2 da 86 miliardi di euro al 31.12.2022 a 78 miliardi di euro alla chiusura del primo semestre del 2023 e che a fronte di tale ultimo valore la percentuale di copertura è rimasta sostanzialmente invariata al 4,9% rispetto al dato di fine 2022 (5%) per uno stanziamento complessivo di circa 3,8 miliardi di euro. A tale ultimo importo andrebbero inoltre aggiunti ulteriori 1,2 miliardi contabilizzati sui crediti in stage 1 a titolo di overlays[10] a protezione di un contesto macroeconomico incerto e per contenere un eventuale aumento del costo del rischio.

Con riferimento a tale ultimo aspetto, la banca ha altresì indicato che la solida qualità dell'attivo e la performance del credito conseguita nel primo semestre del 2023 hanno portato ad un miglioramento della guidance per il costo del rischio previsto per la fine del 2023 da un obiettivo di 30-35 punti base a meno di 25 punti base con potenziali miglioramenti.

Anche nel caso di BMPS, il predetto rapporto tra crediti in stage 2 e l'ammontare complessivo dei crediti performing, per quanto elevato alla fine del primo semestre del 2023 (14%), è risultato in diminuzione rispetto al dato di fine 2022 (14,9%).

Tale risultato è stato conseguito grazie al calo dei crediti lordi in stage 2 da circa 11,5 miliardi di euro a fine 2022 a circa 10,5 miliardi di euro al termine del primo semestre 2023 grazie al mantenimento di standard elevati nei nuovi prestiti ed al potenziamento dell'attività di monitoraggio.

La percentuale di copertura di tale categoria di crediti (3,3% al 30.6.2023) è risultata inoltre in lieve crescita rispetto al dato al 31.12.2022 (3,1%).

Per la fine del 2023 la banca senese ha dichiarato di attendersi un costo del rischio non superiore a quello registrato nel 2022 (55 basis point) attraverso "l'implementazione di meccanismi di monitoraggio dei segnali di early warning, che permettono di identificare tempestivamente i crediti che potrebbero aumentare il profilo di rischio, così da gestirli in maniera tale da ridurre il rischio di scivolamento a crediti deteriorati" (cfr. pag. 18 della relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 di BMPS).

Un miglioramento del rapporto tra i crediti in stage 2 e l'ammontare complessivo lordo dei crediti performing è stato registrato anche da Banca Intesa e da Bper.

Peraltro, nel caso di Banca Intesa, il miglioramento di tale indice di rischiosità è stato particolarmente marcato con un calo di 150 basis point alla chiusura del primo semestre del 2023 (9%) rispetto alla fine del 2022 (10,5%) grazie alla riduzione dei crediti in stage 2 per circa 7.4 miliardi di euro nel semestre in questione per effetto delle nuove iniziative di derisking avviate, tra cui l'allargamento del perimetro delle soluzioni di finanziamento alternative per la clientela "high risk".

Meno significativo è stato il miglioramento conseguito da Bper, per la quale tale indice ha registrato un decremento di 34 punti base al 30.6.2023 (11,66%) rispetto al dato al 31.12.2022 (12%) per effetto di una riduzione nel semestre dei crediti lordi classificati in stage 2 per circa 500 milioni di euro.

Per le restanti banche del campione l'andamento del predetto indice di rischiosità è risultato invece in peggioramento.

In particolare, il Banco/Bpm ha registrato alla chiusura del semestre il dato peggiore (11%) con un incremento del rapporto tra i crediti lordi classificati in stage 2 ed il valore complessivo dei crediti performing di circa 90 basis point rispetto alla fine del 2022 (10,1%) per effetto dell'aumento dei crediti in stage 2 per oltre 800 milioni di euro. Anche la percentuale di copertura dei crediti in questione al 30.6.2023 è risultata in lieve calo al 2,2% rispetto al 2,5% registrato al 31.12.2022.

Un peggioramento meno rilevante del citato rapporto è stato invece registrato da Bpso, per la quale questo si è attestato alla chiusura del predetto semestre al 9,45%, con un incremento di 25 basis point rispetto al dato di fine 2022 (9,2%) per effetto di un aumento dei crediti in stage 2 di circa 100 milioni di euro.

Peraltro, in tale ultimo caso, la percentuale di copertura di tali crediti è stata incrementata al 3,83% al 30.6.2023 rispetto al 3,39% del 31.12.2022.

Nonostante tali ultimi dati, l'analisi complessivamente effettuata dei principali indicatori di rischiosità dell'attivo delle banche esaminate ha evidenziato al termine del primo semestre del 2023 un trend di progressivo miglioramento della qualità del credito rispetto alla fine del 2022 con un credito deteriorato su livelli contenuti ed in miglioramento o quanto meno in linea rispetto ai target stabiliti nei rispettivi piani industriali.

Considerando anche il calo della categoria più rischiosa dei crediti in bonis (stage 2) registrato dalla maggioranza delle banche del campione al termine del semestre in argomento, non sembra si stiano realizzando le stime formulate dall'ABI e da Cerved a settembre 2023 con la previsione di un incremento per l'anno in corso del tasso di deterioramento del credito alle imprese al 3,1% dal 2,2% del 2022.

Alla chiusura del primo semestre del 2023 i tassi di default annualizzati delle banche del campione si sono infatti attestati su valori contenuti e compresi tra lo 0,8% di Unicredit e l'1,2% circa di BMPS[11].

Tra l'altro, le ultime previsioni aggiornate formulate questa estate dalla Commissione Europea per il 2023 indicano che l'economia della UE continuerà a crescere, anche se con minore slancio rispetto alle indicazioni di primavera, ad un tasso dello 0,8% grazie al calo dei prezzi dell'energia, l'allentamento delle strozzature nell'approvvigionamento e un mercato del lavoro resiliente.

Con particolare riguardo all'Italia, l'attesa è di una crescita del PIL per l'anno in corso anche superiore e pari allo 0,9%.

In tale contesto, in base a tali ultimi aggiornamenti e pur permanendo rischi connessi con l'incertezza dello scenario economico globale, è presumibile che la qualità dell'attivo delle banche del campione possa collocarsi per la fine del 2023 su livelli in linea con quelli registrati alla chiusura del primo semestre dell'anno.

 

 

*              *              *

 

L'incertezza del contesto attuale sembrerebbe aver determinato anche il differimento delle possibili operazioni di aggregazione riguardanti BMPS, ipotizzate a più riprese dagli organi di stampa sia con Unicredit che con il Banco/Bpm per consentire al Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), azionista al 64%, l'uscita dal capitale della banca toscana.

Con riguardo all'ipotesi di un deal tra Unicredit e BMPS, l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha espressamente dichiarato di recente di non aver trattative in corso su BMPS e che "un'operazione di M&A deve essere un acceleratore, alle giuste condizioni e ai giusti termini la considereremo, ma al momento non ci sono le giuste condizioni né i giusti termini" (cfr. articolo del quotidiano "MF" del 26 luglio 2023, intitolato "Orcel (Unicredit): nessuna condizione giusta per M&A né opzioni di vendita per gli asset in Russia").

Più categorico sul tema è risultato il Banco/Bpm, il quale ha indicato il 31 agosto u.s. di non essere interessato ad operazioni di M&A, ribadendo il perseguimento di una strategia stand alone, già più volte comunicata al pubblico, che costituirà il presupposto del nuovo piano industriale previsto per la fine del 2023.

In assenza di pretendenti per la banca toscana, sono apparse verosimili le recenti indiscrezioni di stampa, secondo cui il MEF starebbe lavorando a soluzioni alternative per un'uscita dal capitale della banca nei tempi concordati con la Commissione Europea (orientativamente entro la prima metà del 2024).

Tra queste, vi sarebbe l'ipotesi di collocare sul mercato tranche del 10%-15% per volta, a sconto rispetto ai valori di borsa, in modo da diluire gradualmente la propria partecipazione in BMPS fino a mantenere una quota finale del 15-20% circa (cfr. articolo di "MoltoEconomia" del 7.9.2023, intitolato "Privatizzazione di Mps, spunta l'ipotesi di vendita a tranche del 10-15%").

Sul punto, si segnala che il MEF ha reso noto il 6 ottobre u.s. di aver avviato la selezione dei consulenti legali e finanziari, al fine di individuare le migliori modalità di dismissione della partecipazione di controllo in BMPS.

Maggiormente plausibile anche se non in tempi brevi appare invece l'ipotesi di aggregazione tra Bper e Bpso a seguito del recente incremento della partecipazione del gruppo Unipol dal 9,5% al 19,7% nel capitale sociale di Bpso, avvenuto alla fine dello scorso mese di settembre, ed in considerazione della contestuale presenza del gruppo assicurativo anche nel capitale di Bper con una partecipazione del 20%.

Al riguardo, occorre precisare che indiscrezioni di stampa su una possibile aggregazione tra le due banche in questione erano apparse già negli anni precedenti soprattutto dopo la trasformazione di Bpso in società per azioni, avvenuta a fine 2021. In particolare, successivamente all'acquisizione a giugno 2022 di Carige, diverse fonti di stampa indicavano la banca popolare lombarda come "la tappa successiva" di Bper in considerazione della presenza significativa di Unipol nell'azionariato di entrambe le banche, al fine di creare un terzo polo bancario dietro Banca Intesa e Unicredit.

Il recente attivismo del gruppo Unipol ha alimentato le ultime notizie di stampa sul tema, nelle quali è stato peraltro sottolineato che il percorso è solo all'inizio e "che, se verrà portato a termine, sarà certamente lungo e non privo di ostacoli" (cfr. articolo del "Il Sole24Ore" del 7.9.2023, intitolato "Unipol muove su Sondrio: prove di terzo polo bancario"). L'ipotesi che viene riportata dalla stampa è che "in un orizzonte di due-tre anni Modena potrebbe lanciare un'offerta pubblica carta contro carta su Sondrio" (cfr. articolo di "MF" del 29 settembre 2023, intitolato "Sondrio-Unipol, i fondi vendono").

 

 

3.      Il livello di patrimonializzazione e la leva finanziaria

Ai fini dell'analisi del livello di patrimonializzazione e della leva finanziaria delle banche esaminate, nella successiva tabella n. 2 sono stati indicati gli indici maggiormente significativi, quali il CET 1 ratio, il Texas ratio, il Leverage ratio ed il Liquidity coverage ratio registrati dalle predette banche al 30.6.2023.

 

        Tabella 2 Analisi del livello di patrimonializzazione e della leva finanziaria - Dati al 30.6.2023

First Half 2023 (1H2023)

Unicredit

Banca Intesa

BMPS

Banco/

BPM

Bper

Bpso

 

1H2023

1H2023

1H2023

1H2023

1H2023

1H2023

CET 1 ratio fully loaded[12]

16,64%

13,7%

15,9%

14,25%

14,02%

15,69%

Texas ratio

20%[13]

17,8%[14]

32%

17%

26,04%

16,6%

Leverage ratio fully phased

N.D.[15]

5.7%

6.2%

4,85%

5,2%

5,59%

Liquidity coverage ratio (LCR)[16]

160%

171%

180,5%

179%

157,1%

169%

 

Dall'analisi della tabella sopra riportata emerge un elevato livello di patrimonializzazione di tutte le banche del campione con i maggiori valori di CET 1 ratio registrati da Unicredit (16,64%) e BMPS (15,9%).

Anche i dati relativi al leverage ratio ed al liquidity coverage ratio denotano alla chiusura del semestre livelli di capitalizzazione e di liquidità sensibilmente al di sopra dei requisiti regolamentari.

La solidità patrimoniale e finanziaria delle banche del campione è stata peraltro attestata dagli esiti degli stress test condotti dalla BCE e dall'EBA (European Banking Authority) su 98 banche appartenenti nell'area euro (57 di grandi dimensioni e 41 di medie dimensioni) e pubblicati il 28 luglio 2023.

Tali test sono stati effettuati allo scopo di accertare come le banche avrebbero affrontato un ipotetico scenario economico avverso con un prolungato periodo di bassa crescita, alti tassi di interesse e inflazione elevata.

In particolare, l'esercizio è stato condotto considerando un orizzonte temporale di tre anni (2023-2025) e assumendo un bilancio statico a fine dicembre 2022, senza quindi tenere conto di future strategie di business e altre azioni manageriali. Nello scenario avverso è stato ipotizzato un calo cumulato del 6% del PIL UE reale, una inflazione cumulata del 20%, un tasso di disoccupazione in aumento del 6,1%, una crisi del real estate con un calo cumulato dei prezzi del settore immobiliare residenziale (-21%) e commerciale (-29%) ed un rialzo dei tassi di interesse a lungo termine di 183 punti base tra il 2022 ed il 2025.

Ad esito di tali verifiche, nessuna delle banche del campione ha evidenziato uno shortfall di capitale nello scenario avverso sull'orizzonte temporale considerato, confermando pertanto la resilienza delle stesse.

Nella tabella n. 3 di seguito riportata si è provveduto ad indicare i risultati conseguiti da ciascuna banca in termini di CET 1 ratio e leverage ratio nel predetto scenario al termine del triennio (2025).

 

                         Tabella 3 - Risultati scenario avverso al 2025

 

Unicredit

Banca Intesa

BMPS

Banco/

BPM

Bper

Bpso

 

2025

2025

2025

2025

2025

2025

CET 1 ratio fully loaded

12,51%

10,85%

10,13%

8,99%

7,89%

8%-11%[17]

Leverage ratio fully phased

5,04%

4,88%

3,62%

3,83%

2,97%

<4%

 

Tali risultati verranno presi in considerazione dall'Autorità di Vigilanza nell'ambito del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) per determinare il livello degli orientamenti di secondo pilastro (Pillar 2 guidance, P2G) [18].

 

 

4.      Analisi della profitability

Per quanto concerne la redditività delle banche selezionate, la tabella seguente evidenzia i ricavi ed i costi operativi nonché le rettifiche su crediti ed i margini registrati dalle suddette banche nel primo semestre del 2023 con l'indicazione della variazione percentuale rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       Tabella 4 - Analisi della redditività. Dati al 30.6.2023 in milioni di euro

First Half 2023 (1H2023)

Ricavi operativi

y/y

%

Costi operativi

y/y

%

Risultato operativo lordo

y/y

%

Rettifiche nette su crediti

y/y

%

Risultato netto di gruppo

y/y

%

 

1H2023

 

1H2023

 

1H2023

 

1H2023

 

1H2023

 

Unicredit

11.897

21,5%

-4.655

-0,9%

7.242

42,2%

-114

-91,1%

4.374

91,5%

 Banca

Intesa

12.398

15,3%

-5.211

0,9%

7.187

28,5%

-556

-61,2%

4.222

80%

BMPS

1.851

19,2%

-914

-14,9%

937

95,9%

-205

-8,9%

619

N.S.

Banco/

Bpm

2.577

13,4%

-1.275

1,4%

1.302

28,2%

-259

-14,8%

624

77,9%

Bper[19]

2.652

48,4%

-1.360

18,4%

1.292

102%

-266

22,5%

704

-49,1%

Bpso

686

41,6%

-279

8,8%

407

77,7%

-79

80,1%

207,1

97,1%

 

Dall'analisi della tabella sopra riportata risulta che tutte le banche del campione hanno registrato nel primo semestre del 2023 un incremento dei ricavi operativi, in alcuni casi (Bper e Bpso) particolarmente significativo rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente.

Per tutte le banche selezionate è emerso che tale incremento è sostanzialmente ascrivibile ad una sensibile crescita del margine di interesse (dal 33,4% di Bpso al 96,7% registrato da Bper)[20] grazie in particolare all'incremento dello spread commerciale conseguente al favorevole andamento dei tassi di mercato.

Nel caso di Bper e Bpso, alla crescita dei ricavi operativi ha anche contribuito il notevole incremento delle commissioni, rispettivamente dell'8,9% e del 5,4%, in controtendenza rispetto a quanto registrato dalle restanti banche del campione, le quali hanno invece riportato una flessione più o meno marcata di tale tipologia di proventi (dal -1,4% di Unicredit al -8,1% di BMPS).

Relativamente ai costi operativi, si rileva che la variazione non è stata uniforme con Bper, Bpso, Banco/Bpm e Banca Intesa che hanno registrato un incremento di tali costi mentre BMPS ed Unicredit una flessione.

In particolare, mentre nel caso di Bper e di Bpso risultano essersi incrementate sia le spese per il personale (19,3% e 8,5%) che gli altri oneri amministrativi (15,5% e 5%), l'incremento dei costi operativi del Banco/Bpm e di Banca Intesa è interamente imputabile alla crescita delle spese amministrative (5,9% e 1,7%), non sufficientemente controbilanciata dal calo del costo del personale (-0,6% e -0,1%).

Particolarmente marcata è stata invece la flessione dei costi operativi registrata da BMPS (-14,9%), la quale ha beneficiato sia di una sensibile contrazione delle spese del personale (-19,4%), a sua volta imputabile all'uscita di oltre 4000 risorse avvenuta il 1^ dicembre 2022, che della riduzione degli altri oneri amministrativi (-5,6%).

Un calo delle spese del personale (-4,7%) è stato conseguito anche da Unicredit ma la variazione complessiva dei costi operativi (-0,9%) ha risentito dell'incremento degli altri oneri amministrativi (1%). 

Per quanto concerne il risultato operativo, questo è risultato in sensibile crescita per tutte le banche del campione prevalentemente per effetto del citato incremento dei ricavi operativi anche se nel caso di BMPS l'aumento di tale margine è imputabile anche ad un calo significativo dei costi.

Come descritto in tabella, la banca toscana insieme a Bper ed a Bpso sono state le banche a registrare le variazioni maggiori con una crescita del risultato operativo lordo, rispettivamente, del 95,9%, del 102% e del 77,7%.

L'analisi del cost/income ratio ha altresì evidenziato un sensibile miglioramento dell'efficienza operativa per tutte le banche del campione al termine del semestre in questione rispetto ai valori registrati a fine 2022 (cfr. successiva tabella n. 5).

 

              Tabella 5 - Analisi del cost/income ratio. Dati al 30.6.2023 ed al 31.12.2022

Banche

cost/income ratio

1H2023

FY2022

Unicredit

39,1%

47%

Banca intesa

42%

50,9%

Bmps

49,4%

67,6%

Banco/Bpm

49,5%

54%

Bper

51,3%

65,5%

Bpso

40,6%

49,1%

 

Tale indice di efficienza è infatti migliorato in modo significativo per tutte le banche esaminate al termine del semestre con variazioni comprese tra i 450 punti base del Banco/Bpm ed i 1.820 punti base di BMPS, collocandosi in tutti i casi su livelli particolarmente contenuti.

Nel caso della banca toscana, il cost/income ratio è risultato anche inferiore all'obiettivo del 57% previsto soltanto per il 2026 nel relativo piano industriale.

Per quanto concerne le rettifiche nette su crediti effettuate nel primo semestre del 2023, dall'analisi svolta è emerso che queste sono aumentate per Bpso e Bper e diminuite rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente per le restanti banche.

Particolarmente significativo è stato l'incremento delle rettifiche su crediti (80,1%) registrato da Bpso per effetto anche di un ulteriore aumento degli overlays manageriali, che ricomprendono anche componenti di rischio ESG, per tener conto dell'attuale contesto macroeconomico e geopolitico, del livello ancora elevato dell'inflazione, delle incertezze legate al conflitto russo-ucraino, ma anche del risultato dell'attività di identificazione di eventuali criticità riguardanti in particolare le posizioni a stage 2, che sono le più esposte agli eventi di crisi.

Con riferimento infine ai risultati netti, tutte le banche del campione hanno conseguito al 30.6.2023 un risultato netto di gruppo positivo, in quasi tutti i casi, con la sola eccezione di Bper, in sensibile miglioramento rispetto al dato del corrispondente periodo dell'esercizio precedente.

Peraltro, nel caso della banca romagnola, l'utile netto di gruppo realizzato al 30.6.2022 e pari a 1.385 milioni di euro circa ha beneficiato, come riportato anche in nota, della contabilizzazione di un badwill pari a circa 1.188 milioni di euro emerso dal processo di Purchase Price Allocation (PPA) richiesto dall'IFRS 3 "Aggregazioni aziendali" rispetto all'acquisizione del controllo di Banca Carige perfezionata a giugno 2022.

In considerazione dei risultati ottenuti nel primo semestre del 2023 e tenendo conto della convinzione pressoché unanime che il margine di interesse continuerà a trarre vantaggio nella seconda metà dell'anno dell'incremento dei tassi a breve, in particolare nella componente di matrice commerciale, e che la dinamica dei flussi a default dovrebbe risultare stabile, tutte le banche del campione hanno provveduto a migliorare le proprie previsioni economiche per la fine del 2023.

In particolare, Unicredit, Banca Intesa ed il Banco/Bpm hanno previsto per la fine dell'anno in corso un utile netto superiore, rispettivamente, a 7,25, 7 e ad 1,2 miliardi di euro, in miglioramento rispetto alle guidance fornite a maggio 2023 in occasione della presentazione dei risultati al 31.3.2023[21].

BMPS ha invece indicato di poter conseguire per la fine del 2023 un utile netto superiore ad 1 miliardo di euro, anticipando i target stabiliti nel piano industriale 2022-2026, in cui tale risultato veniva previsto soltanto per la fine del 2024.

Anche Bper ha migliorato la propria guidance rispetto a quanto indicato nel piano industriale 2022-2025, prevedendo per la fine del 2023 un utile netto ordinario pari a circa 1,1 miliardi di euro, superiore a quanto stimato al termine dell'arco di piano (circa 800 milioni di euro).

Indicazioni meno specifiche sono state infine fornite da Bpso, la quale si è limitata ad evidenziare di aver rivisto al rialzo le stime in ordine al margine di interesse, previsto in crescita del 30% rispetto al dato di fine 2022.

Occorre tuttavia sottolineare che tali previsioni non tengono conto degli avvenimenti recenti e, in particolare, della cosiddetta "tassa sugli extraprofitti" introdotta dal governo italiano nel decreto omnibus, pubblicato il 10 agosto u.s. ed in attesa di conversione al momento di chi scrive.

In particolare, sulla base di quanto riportato da tale decreto e degli emendamenti successivamente approvati dal Parlamento[22], alle banche verrebbe applicato un prelievo straordinario del 40% sul maggior valore tra il margine di interesse relativo all'esercizio 2022 che eccede per almeno il 5% il margine di interesse nell'esercizio 2021 e l'ammontare dello stesso valore relativo all'esercizio 2023 che eccede per almeno il 10% il margine di interesse nell'esercizio 2021.  In ogni caso, l'ammontare del prelievo non dovrebbe superare lo 0,26% delle attività ponderate per il rischio.

In alternativa al pagamento del tributo, è stata data la possibilità di accantonare a riserva non distribuibile un importo pari a 2,5 volte l'imposta dovuta con l'obiettivo di rafforzare il capitale primario degli istituti.

Spetterà pertanto alle singole banche decidere se distribuire utili, e quindi pagare pro quota il tributo, oppure destinare a patrimonio un multiplo dello stesso. E' peraltro evidente che l'eventuale scelta di procedere comunque alla distribuzione degli utili, in linea con le aspettative degli azionisti sulla base delle indicazioni fornite in occasione dell'approvazione dei piani industriali[23], e quindi al pagamento del predetto tributo si rifletterà negativamente sull'entità degli utili netti stimati per il 2023 dalle singole banche del campione.

Al riguardo, il Presidente di Banca Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, ha reso noto che tale tassa dovrebbe pesare sul bilancio 2023 della banca per circa 1 miliardo di euro (cfr. articolo de "Il Sole 24Ore" del 2.9.2023, intitolato "Gros-Pietro: su Intesa la tassa sugli extraprofitti pesa meno di 1 miliardo"), riducendo pertanto le previsioni sull'utile netto 2023 formulate in occasione della pubblicazione dei risultati al 30.6.2023.

 

5.      Considerazioni conclusive

L'analisi complessivamente effettuata dei principali indicatori di rischiosità dell'attivo delle banche esaminate ha evidenziato al termine del primo semestre del 2023 un trend di progressivo miglioramento della qualità del credito rispetto alla fine del 2022 con un credito deteriorato su livelli contenuti ed in miglioramento o quanto meno in linea rispetto ai target stabiliti nei rispettivi piani industriali.

Nonostante il rallentamento dell'attività economica in Italia e nell'eurozona, i tassi di default delle banche del campione si sono infatti attestati nel semestre in questione su valori moderati e compresi tra lo 0,8% di Unicredit e l'1,2% circa di BMPS.

Tale circostanza unitamente al proseguimento nel semestre dell'intensa attività di derisking avviata negli ultimi anni anche attraverso operazioni di cessione/cartolarizzazione dei crediti deteriorati in portafoglio ed al mantenimento di standard elevati nei nuovi prestiti hanno consentito alle banche esaminate di ridurre i crediti non performing e mantenere sotto controllo la categoria più rischiosa dei crediti in bonis, ossia quelli che hanno manifestato un aumento significativo del rischio di credito rispetto al momento della rilevazione iniziale (stage 2).

Dall'analisi svolta è emerso che i crediti in stage 2 rappresentano una percentuale significativa dei crediti in bonis per tutte le banche del campione (dal 9% di Banca Intesa al 16,9% di Unicredit) e che l'attenzione di queste si è progressivamente concentrata su tale categoria di crediti con l'intenzione di identificare le azioni necessarie per rafforzare le attuali strategie di gestione e per mitigare l'ulteriore deterioramento di tali posizioni ed i relativi impatti economici e di capitale.

In tale contesto, tenendo anche conto delle recenti previsioni economiche formulate dalla Commissione Europea per la UE e per l'Italia in particolare per la fine dell'anno in corso e pur permanendo rischi connessi con l'incertezza dello scenario economico globale, è presumibile che la qualità dell'attivo delle banche del campione possa collocarsi per la fine del 2023 su livelli in linea con quelli registrati alla chiusura del primo semestre dell'anno.

L'esame di ulteriori indicatori ha inoltre evidenziato un elevato livello di patrimonializzazione di tutte le banche del campione con i maggiori valori di CET 1 ratio registrati da Unicredit (16,64%) e BMPS (15,9%).

Anche i dati relativi al leverage ratio ed al liquidity coverage ratio hanno mostrato alla chiusura del semestre livelli di capitalizzazione e di liquidità sensibilmente al di sopra dei requisiti regolamentari.

La resilienza delle banche esaminate è stata peraltro attestata dagli esiti degli stress test pubblicati di recente e condotti dalla BCE e dall'EBA (European Banking Authority) su 98 banche appartenenti nell'area euro, al fine di accertare come le banche avrebbero affrontato un ipotetico scenario triennale (2023-2025) estremamente avverso, segnato da una grave recessione, un tasso di inflazione cumulato del 20%, elevata disoccupazione e da un crollo dei prezzi del settore immobiliare.

Ad esito di tali verifiche, nessuna delle banche del campione ha evidenziato uno shortfall di capitale nello scenario avverso sull'orizzonte temporale considerato, confermando pertanto la resilienza delle stesse.

Nonostante i risultati degli stress test, non sembra tuttavia che vi siano al momento elementi concreti per considerare fattibili le operazioni di aggregazione riguardanti BMPS, ipotizzate a più riprese dagli organi di stampa sia con Unicredit che con il Banco/Bpm per consentire al MEF l'uscita dal capitale della banca toscana.

L'amministratore delegato di Unicredit ha infatti recentemente dichiarato che un possibile deal con BMPS non sarebbe possibile per mancanza al momento delle condizioni per un'acquisizione mentre il Banco/Bpm ha ribadito la propria volontà di perseguire una strategia stand alone, già più volte comunicata al pubblico in passato.

In tale contesto, sembrano realistiche le indiscrezioni riportate ultimamente dalla stampa, secondo cui il MEF starebbe lavorando a soluzioni alternative, tra le quali vi sarebbe l'ipotesi di collocare sul mercato tranche del 10%-15% per volta in modo da diluire gradualmente la propria partecipazione in BMPS fino a mantenere una quota finale del 15-20% circa.

Maggiormente plausibile anche se non in tempi brevi appare invece l'ipotesi di aggregazione tra Bper e Bpso sulla base del recente attivismo del gruppo Unipol con l'incremento della partecipazione dal 9,5% circa al 19,7% nel capitale sociale di Bpso.

Tale iniziativa può essere considerata come il primo step di un lungo percorso volto, in un primo momento, ad aumentare la stabilità dell'assetto azionario di Bpso per poi procedere ad una successiva operazione di consolidamento con Bper, in cui il gruppo Unipol detiene una partecipazione del 20% del capitale sociale.

Per quanto concerne la redditività delle banche del campione, dall'analisi svolta è emerso che tutte hanno registrato una sensibile crescita degli utili grazie all'apporto fornito dai ricavi operativi e, nello specifico, dal margine di interesse per effetto dell'aumento dello spread commerciale conseguente al favorevole andamento dei tassi di mercato.

I costi operativi sono stati determinanti per il risultato finale soltanto nel caso di BMPS, la quale ha beneficiato di una sensibile flessione sia delle spese del personale (-19,4%), a sua volta ascrivibile all'uscita di oltre 4000 risorse avvenuta il 1^ dicembre 2022, che degli altri oneri amministrativi (-5,6%).

Per le restanti banche, i costi operativi sono invece risultati in crescita ovvero sostanzialmente stabili.

La citata dinamica dei ricavi operativi ha favorito il miglioramento del cost/income ratio di tutte le banche del campione rispetto al dato di fine 2022, consentendo nel caso della banca toscana anche di superare i target stabiliti nel relativo piano industriale.

Per quanto concerne le rettifiche su crediti, l'analisi svolta ha evidenziato un calo delle stesse per la maggioranza delle banche esaminate e anche laddove tali rettifiche sono risultate in crescita (Bpso e Bper), il costo del rischio di credito (rettifiche nette/impieghi netti) è risultato sostanzialmente stabile rispetto alla fine del 2022.

Si segnala infine, come riportato nel precedente paragrafo, che in considerazione dei risultati ottenuti nel primo semestre del 2023 e del previsto andamento dei tassi a breve nella seconda metà dell'anno, che dovrebbe continuare a favorire la crescita del margine di interesse, nonché della attesa dinamica dei flussi a default, che dovrebbe risultare stabile, tutte le banche del campione hanno provveduto a migliorare le proprie previsioni economiche per la fine del 2023.

Tuttavia, tali aggiornamenti della guidance non tengono conto degli avvenimenti recenti ed, in particolare, degli effetti della cosiddetta "tassa sugli extraprofitti" introdotta dal governo nel decreto omnibus, pubblicato il 10 agosto u.s. ed in attesa di conversione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avvertenza: il contenuto del presente lavoro non costituisce una raccomandazione di investimento ed è frutto di valutazioni strettamente personali che non rappresentano in alcun modo una posizione dell'istituto di appartenenza in materia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6. Sitografia

Comunicato stampa dei risultati del gruppo Unicredit al 30.6.2023: https://www.unicreditgroup.eu/content/dam/unicreditgroup-eu/documents/en/investors/group-results/2023/2Q23/UniCredit_PR_2Q23_ITA.pdf

Dati divisionali del gruppo Unicredit al 30.6.2023:

https://www.unicreditgroup.eu/it/investors/financial-reporting/group-results.html?intcid=ILC-UCG-23_30-2Q231H23Results-Box-Inv#:~:text=XLSX%20%7C%20Divisional%20database

Market presentation risultati del gruppo Unicredit al 30.6.2023:

https://www.unicreditgroup.eu/content/dam/unicreditgroup-eu/documents/en/investors/group-results/2023/2Q23/2Q23_Results.pdf

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 di Unicredit:

https://www.unicreditgroup.eu/it/press-media/press-releases-price-sensitive/2023/relazione-finanziaria-semestrale-consolidata-al-30-giugno-2023.html

Comunicato stampa dei risultati del gruppo Intesa Sanpaolo al 30.6.2023:

https://group.intesasanpaolo.com/it/investor-relations/comunicati-stampa-price-sensitive/2023/07/20230728-ris-1h23-it

Dati divisionali del gruppo Intesa Sanpaolo al 30.6.2023:

https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/investor-relations/Contenuti/RISORSE/Documenti%20PDF/risultati_2023/20230728_Tabelle2Q23_Gruppo_it.xlsx

Presentazione risultati primo semestre 2023 di Intesa Sanpaolo:

https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/investor-relations/presentazioni-it/2023/Presentazione_1H23_IT.pdf

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 di Intesa Sanpaolo:

https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/investor-relations/Contenuti/RISORSE/Documenti%20PDF/risultati_2023/20230728_Tabelle2Q23_Gruppo_it.xlsx

Comunicato stampa dei risultati del gruppo Monte dei Paschi di Siena al 30.6.2023:

https://www.gruppomps.it/static/upload/cs-/cs-2q23-1h23-risultati-finanziari.pdf

MPS 2Q23 & 1H23 Results Presentation:

https://www.gruppomps.it/static/upload/2q2/2q2023-1h2023-results-presentation.pdf

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 di Monte dei Paschi di Siena:

https://www.gruppomps.it/static/upload/res/resoconto-intermedio-di-gestione-gmps-al-31-marzo-2023.pdf

Comunicato stampa dei risultati del gruppo BancoBpm al 30.6.2023:

https://gruppo.bancobpm.it/media/dlm_uploads/2023_08_02-Banco-BPM-Risultati-consolidati-al-30-giugno-2023.pdf

Presentazione risultati primo semestre 2023 del Banco Bpm:

https://gruppo.bancobpm.it/media/dlm_uploads/Banco-BPM-Presentazione-dei-Risultati-1S-2023_DEF.pdf

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 del Banco Bpm:

https://gruppo.bancobpm.it/media/dlm_uploads/Relazione-finanziaria-semestrale-2023.pdf

Comunicato stampa dei risultati del gruppo Bper al 30.6.2023:

https://istituzionale.bper.it/documents/133577364/2789463710/BPER+Risultati+1H23+-+con+allegati+-+def+ITA.pdf/47c7127e-8b21-c612-373b-f36f0bceb9d0?t=1690992494713

Presentazione risultati primo semestre 2023 del gruppo Bper:

https://istituzionale.bper.it/documents/133577364/2627262692/BPER+Group+1H23+Consolidated+Results.pdf/3a33e333-3b64-40d3-2cca-0c4ee03c2234?version=1.0&t=1690994550987&download=true

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 di Bper:

https://istituzionale.bper.it/documents/133577364/2732143962/Relazione+finanziaria+semestrale+consolidata_30062023.pdf/fca83861-832d-7745-62d0-43ae78da5e0e?version=1.1&t=1691762088009&download=true

Comunicato stampa dei risultati del gruppo Banca Popolare di Sondrio al 30.6.2023:

https://istituzionale.popso.it/sites/default/files/documents/20230808_RISULTATI%20FINANZIARI%20H1%202023%20%5BCOMUNICATO%20STAMPA%5D%20-%20FULL-compressed.pdf

Presentazione risultati primo semestre 2023 del gruppo Banca Popolare di Sondrio:

https://istituzionale.popso.it/sites/default/files/documents/BPS%20GROUP%20PRESENTATION%20H12023_0.pdf

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30.6.2023 della Banca Popolare di Sondrio:

https://istituzionale.popso.it/sites/default/files/documents/Relazione%20finanziaria%20semestrale%20consolidata%20al%2030%20giugno%202023.pdf

Unicredit Unlocked: Piano strategico 2022-2024:

https://www.unicreditgroup.eu/it/press-media/press-releases-price-sensitive/2021/unicredit-unlocked--2022-2024-strategic-plan--empowering-communi.html

Comunicato stampa del piano industriale del gruppo Bper 2022-2025 del 10 giugno 2022:

https://istituzionale.bper.it/documents/133577364/0/BPER_Piano_Industriale_22-25_S.pdf/48ca2b08-32c5-b067-df2b-3c97a3548482?t=1654839337493

Piano strategico 2021-2024 del gruppo Banco Bpm del 5 novembre 2021:

https://gruppo.bancobpm.it/media/dlm_uploads/Piano-Strategico-2021-2024_ITA_DEF-1.pdf

Piano di impresa Intesa Sanpaolo 2022-2025:

https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/investor-relations/presentazioni-it/2022/Piano%20di%20Impresa_2022-2025_IT.pdf

Piano industriale della Banca Popolare di Sondrio 2022-2025:

https://istituzionale.popso.it/sites/default/files/documents/20220629_BPS_Piano%20Industriale_vFin_IT_0.pdf

Business plan 2022-2026 del Monte dei Paschi di Siena:

https://www.gruppomps.it/static/upload/22-/22-26-business-plan-presentation.pdf

Audizione del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco su "Le norme europee sul calendar provisioning e sulla classificazione della clientela da parte delle banche" del 10 febbraio 2021:

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2021/Visco_audizione_10022021.pdf

 

Comunicato ABI del 28 settembre 2023, intitolato "ABI-Cerved, aumentano npl, in 2023 livelli oltre pre-Covid"

https://www.abi.it/abi-cerved-aumentano-npl-in-2023-livelli-oltre-pre-covid/

Commissione Europea - Previsioni economiche di estate 2023:

https://italy.representation.ec.europa.eu/notizie-ed-eventi/notizie/previsioni-economiche-di-estate-2023-rallentamento-della-crescita-con-linflazione-calo-e-un-mercato-2023-09-11_it#:~:text=Le%20previsioni%20di%20estate%20correggono,%2C3%20%25%20per%20il%202024.

European Commission - Economic forecast for Italy del 11 settembre 2023:

https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/italy/economic-forecast-italy_en

Comunicato stampa del Ministero dell'Economia e delle Finanze n. 153 del 6 ottobre 2023:

https://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2023/MPS-MEF-avvia-selezione-consulenti-per-cessione/

Comunicato stampa del 28 settembre 2023 di Unipol:

https://www.unipol.it/it/unipol-gruppo-spa-raggiunge-una-partecipazione-del-197-circa-nel-capitale-di-banca-popolare-di

Comunicato stampa della BCE del 28 luglio 2023 sugli esiti degli stress test:

https://www.bankingsupervision.europa.eu/press/pr/date/2023/html/ssm.pr230728~a10851714c.it.html

Unicredit - Risultati dello stress test EBA a livello europeo del 2023:

https://www.unicreditgroup.eu/it/press-media/press-releases-price-sensitive/2023/risultati-dello-stress-test-eba-a-livello-europeo-del-2023.html

Intesa Sanpaolo - Risultati del 2023 EU-Wide Stress Test:

https://group.intesasanpaolo.com/it/investor-relations/comunicati-stampa-price-sensitive/2023/07/20230728-stress-test-it

MPS - Risultati del 2023 EU-Wide Stress Test:

https://www.gruppomps.it/media-e-news/comunicati/cs-28072023.html

Banco Bpm - Risultati del 2023 EU-Wide Stress Test:

https://gruppo.bancobpm.it/media/dlm_uploads/2023_07_28-Banco-BPM-Risultati-del-EU-wide-Stress-Test-2023.pdf

Bper - Risultati del 2023 EU-Wide Stress Test:

https://istituzionale.bper.it/documents/133577364/2789463710/Comunicato+Stampa+ST+EBA+2023+-+ITA.pdf/7fc58aca-76af-8d11-d244-6a46b463c90b?t=1690563412156

Banca Popolare di Sondrio - Risultati del 2023 EU-Wide Stress Test:

https://istituzionale.popso.it/sites/default/files/documents/Comunicato%20stampa%20STRESS%20TEST%202023%20-%20ITA_ENG.pdf

Risultati dettagliati degli stress test condotti dalla BCE per 41 banche di medie dimensioni:

https://www.bankingsupervision.europa.eu/ecb/pub/pdf/ssm.2023_Stress_Test_Individual_bank-level_results~a9b8824c65.en.xlsx

Unicredit - Risultati del primo trimestre 2023:

https://www.unicreditgroup.eu/it/press-media/press-releases-price-sensitive/2023/unicredit--risultati-di-gruppo-del-1trim23.html

Intesa Sanpaolo - Presentazione risultati del primo trimestre 2023:

https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/investor-relations/presentazioni-it/2023/Presentazione_1Q23_IT.pdf

Banco Bpm - Risultati del primo trimestre 2023:

https://gruppo.bancobpm.it/media/dlm_uploads/2023_08_02-Banco-BPM-Risultati-consolidati-al-30-giugno-2023.pdf

 

7. Videografia

UniCredit Unlocked: the new strategic plan of UniCredit:

https://www.youtube.com/watch?v=OffqeDrfWSA

 

 

8. Bibliografia

Articolo del quotidiano "MF" del 26 luglio 2023, intitolato "Orcel (Unicredit): nessuna condizione giusta per M&A né opzioni di vendita per gli asset in Russia"

Articolo del quotidiano "MF" del 1^ settembre 2023, intitolato "Banco Bpm esclude fusioni: Mps in calo"

Articolo di "MoltoEconomia" del 7.9.2023, intitolato "Privatizzazione di Mps, spunta l'ipotesi di vendita a tranche del 10-15%")

Articolo del "Il Sole24Ore" del 7.9.2023, intitolato "Unipol muove su Sondrio: prove di terzo polo bancario"

Articolo di "MF" del 29.9.2023, intitolato "Sondrio-Unipol, i fondi vendono"

Articolo di "MF" del 29.7.2023, intitolato "Italiane promosse"

Articolo n. 26 del Decreto-Legge n. 104 del 10 agosto 2023

Articolo del "Il Sole 24Ore" del 5 ottobre 2023, intitolato "Banche, ok della Camera alla tassa nuova versione".

 

       

 

 

 

 

 

 

 



[1] gross Npe ratio = (crediti deteriorati lordi/crediti lordi verso la clientela) * 100

[2] net Npe ratio = (crediti deteriorati netti/crediti netti verso la clientela) * 100

[3] I crediti classificati in stage 2 comprendono le esposizioni in bonis che hanno tuttavia manifestato un aumento significativo del rischio di credito rispetto al momento della rilevazione iniziale.

[4] Il Common Equity Tier 1 ratio (CET 1 ratio) esprime il rapporto tra il patrimonio di base (Tier1 Capital) di un istituto e le attività ponderate per il rischio: (Tier 1 Capital/Risk-weighted assets) * 100.

[5] Il "Texas ratio" è un indicatore che mette in rapporto i prestiti non performanti al patrimonio netto tangibile di una banca per verificare che quest'ultimo superi il primo e che quindi la banca sappia far fronte all'eventuale perdita di questi crediti. Nella prassi finanziaria, il Texas ratio è espresso dalla seguente formula: [(crediti deteriorati lordi + immobili posseduti - prestiti garantiti da enti pubblici) / (patrimonio netto tangibile + riserve per le perdite sui crediti)] * 100.

[6] Il Leverage ratio è un quoziente che rapporta il patrimonio di base di una banca alla relativa esposizione totale e può essere sinteticamente espresso con la seguente formula: (Tier 1 Capital/Impieghi non ponderati + Attività fuori bilancio) *100. Il valore di tale rapporto non deve essere inferiore al 3%. A partire dal 2023, alle banche di importanza sistemica (G-SIB) viene richiesto di elevare il requisito del coefficiente di leva finanziaria di una maggiorazione di capitale.

[7] ll liquidity coverage ratio può essere sinteticamente indicato come il rapporto in termini percentuali tra l'ammontare degli asset altamente liquidi detenuti ed i deflussi di cassa netti attesi nell'arco di un periodo di 30 giorni di calendario successivi in uno scenario di stress di liquidità (Stock High Quality Liquid Assets/Totale deflussi netti nei 30 gg successivi * 100). Il valore di tale rapporto non deve essere inferiore al 100%.

[8] Ai fini del calcolo delle percentuali di copertura non sono stati considerati i crediti stralciati. Tenendo conto di questi ultimi, la percentuale di copertura delle sofferenze del Banco/BPM sarebbe pari al 70%.

[9] Per quanto concerne il calendar provisioning è utile ricordare che esistono due misure distinte in materia: quella disegnata dalla Commissione Europea e inserita nel Regolamento CRR del 25 aprile 2019, nota come "backstop prudenziale", e quella prevista dalla BCE, nota come "Addendum". Entrambe le misure stabiliscono percentuali minime di svalutazione delle esposizioni deteriorate, crescenti in funzione degli anni trascorsi dalla loro classificazione come non performing exposures. Al termine di tale periodo, le esposizioni deteriorate dovranno quindi risultare interamente svalutate prudenzialmente. Le due misure differiscono per alcuni aspetti sostanziali. In primo luogo, il backstop prudenziale è una norma primaria vincolante per tutte le banche dell'Unione europea (c.d. requisito di Pillar 1); l'Addendum indica invece le aspettative della BCE nei confronti delle sole banche soggette alla sua vigilanza diretta (banche significative) e ha natura non vincolante (c.d. requisito di Pillar 2). In secondo luogo, il backstop si applica a tutti i prestiti erogati a partire dal 26 aprile 2019 (riguarda quindi il "flusso" dei nuovi prestiti erogati a partire da allora), una volta che essi vengano classificati come non performing; l'Addendum si applica invece ai prestiti erogati prima del 26 aprile 2019 e classificati come non performing successivamente al 1° aprile 2018. Per tutti i crediti deteriorati classificati come tali prima del 1° aprile 2018 (quindi lo stock di non performing loans in essere a questa data), si applicano aspettative di vigilanza simili a quelle dell'Addendum, ma declinate in maniera differenziata a seconda del peso dei crediti deteriorati netti sugli attivi delle banche. I parametri del backstop e dell'Addendum sono stati fissati su valori non aggressivi: per i crediti assistiti da garanzie la svalutazione integrale è richiesta dopo sette anni dalla classificazione a non performing (nove anni se la garanzia è rappresentata da immobili); per quelli privi di garanzie dopo tre anni (fonte: Banca d'Italia).

[10] L'ammontare complessivo degli accantonamenti operati da Unicredit a titolo di overlay sui crediti performing (stage 1 e 2) è pari a 1,8 miliardi di euro al 30.6.2023.

[11] Non risulta disponibile il default rate annualizzato registrato da Banca Intesa al 30.6.2023. Per quest'ultima, il flusso lordo di nuovi crediti deteriorati alla chiusura del primo semestre 2023 è stato pari a 1,5 miliardi di euro a fronte di un ammontare complessivo degli impieghi lordi performing al 31.12.2022 pari a circa 444 miliardi di euro. I default rate annualizzati delle restanti banche sono stati i seguenti: 0,93% per il Banco/Bpm, 0,9% per Bper e un valore inferiore all'1% per Bpso.

[12] I ratios patrimoniali includono il risultato di periodo per la quota parte non destinata a dividendi, ovvero simulando, in via preventiva, gli effetti dell'autorizzazione rilasciata dalla BCE per il computo di tali utili nei fondi propri ai sensi dell'art. 26, par. 2 della CRR.

[13] Trattasi di una stima e non di un dato pubblicato dalla banca.

[14] Trattasi di una stima e non di un dato pubblicato dalla banca.

[15] Unicredit ha fornito soltanto il dato relativo al leverage ratio calcolato secondo i criteri transitori, pari al 5,85%. 

[16] Il dato esposto si riferisce alla media semplice delle ultime 12 osservazioni mensili, come da Regolamento (UE) 2021/637.

[17] Nel comunicato stampa del 28 luglio 2023, Bpso ha reso noto che nello scenario avverso il CET 1 ratio si è posizionato al termine del 2025 nella parte alta dell'intervallo di valori compreso tra l'8% e l'11%.

[18] Per orientamenti di secondo pilastro si intendono le raccomandazioni specifiche formulate dall'Autorità di Vigilanza per le singole banche. Indicano il livello di capitale che, secondo le aspettative della BCE, le banche dovrebbero detenere in aggiunta ai requisiti patrimoniali obbligatori per poter assorbire le perdite potenziali derivanti da scenari avversi.

[19]I dati economici al 30.6.2023 di Bper non sono completamente comparabili con quelli del corrispondente periodo dell'esercizio precedente in quanto il gruppo Carige, acquisito a giugno 2022, è stato consolidato linea per linea nel conto economico del gruppo BPER a partire dal 3° trimestre 2022. Inoltre, il risultato netto consolidato di Bper al 30.6.2022 ha beneficiato della contabilizzazione di un avviamento negativo (c.d. badwill) pari a circa 1.188 milioni di euro emerso dal processo di Purchase Price Allocation (PPA) richiesto dall'IFRS 3 "Aggregazioni aziendali" rispetto all'acquisizione del controllo di Carige.

[20] Le restanti banche hanno registrato al 30.6.2023 le seguenti variazioni in termini percentuali del margine di interesse rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente: 68,9% per Banca Intesa, 64,4% per BMPS, 49,4% per il Banco/Bpm e 42,4% per Unicredit.

[21] Le guidance per il 2023 fornite a maggio u.s. sono state le seguenti: utile netto superiore a 6,5 miliardi di euro per Unicredit, di circa 7 miliardi di euro per Banca Intesa e di 1,1 miliardi di euro per il Banco/Bpm.

[22] Cfr. art. 26 del Decreto-Legge n. 104 del 10 agosto 2023 ed articolo del "Il Sole 24Ore" del 5 ottobre 2023, intitolato "Banche, ok della Camera alla tassa nuova versione".

[23] Unicredit ha previsto nel proprio piano strategico 2021-2024 la remunerazione dei soci con almeno 16 miliardi di euro complessivi tra buyback e dividendi entro il 2024 mentre Banca Intesa ha indicato nel proprio piano di impresa la distribuzione di utili per oltre 22 miliardi di euro complessivi nel periodo 2021-2025. Anche le restanti banche del campione, con la sola esclusione di BMPS, hanno previsto nei rispettivi piani industriali una rilevante remunerazione degli azionisti  per il 2024 con un dividend payout ratio del 40% nel caso del Banco/Bpm e del 50% sia per Bper che per BPSO. BMPS ha invece indicato un ritorno al dividendo soltanto a partire dal risultato 2025, sulla base di un payout ratio del 30%.