Attualità


Fernanda Mazzotta - Lavinia Parisi

Le motivazioni per cui i giovani italiani tornano a vivere nella famiglia d’origine negli anni 2006-2014

 

 

 
Abstract
Il presente lavoro si colloca all'interno di un ampio progetto di ricerca finanziato dall'Unione Europea, il cui scopo era quello di comprendere le cause dell'elevata disoccupazione giovanile che è andata ulteriormente aumentando con la crisi economica del 2008. L'obiettivo principale è stato disaggregato in 10 sotto obiettivi organizzati in 12 gruppi di lavoro in tutta Europa. Il lavoro analizza in particolare le traiettorie seguite dai giovani per uscire ed eventualmente ritornare alla casa dei propri genitori. L'analisi è multidisciplinare e fornisce confronti internazionali, ma in questa sede abbiano ritenuto utile presentare i principali risultati per l'Italia e sintetizzare i fattori che influiscono sulla probabilità per i giovani Italiani di ritornare nella casa paterna. Potendo contare su una banca dati EUROSTAT ricca di informazioni statistiche a livello individuale e familiare per il periodo che va dal 2006 al 2014 è stato possibile analizzare le differenze prima, durante e dopo la crisi economica del 2008. In particolare l'analisi si sofferma su due determinanti chiave: l'occupazione e l'unione con un partner. Il principale risultato è che la crisi economica ha generato un aumento della probabilità che i giovani ritornino nella casa dei genitori nel 2009 e nel 2010, sebbene in Italia questa percentuale è piuttosto bassa (inferiore all'1%). Inoltre la probabilità di tornare a casa è correlata maggiormente con la probabilità di vivere con un partner che con il non essere occupati.
Parole chiavi: Giovani, ritorno nella casa dei genitori, Grande Recessione, occupazione, partnership.
 

JEL code: D1; J12; J00

 

 

 
1. Introduzione
Questo lavoro fornisce un'analisi sulla probabilità che i giovani, una volta usciti di casa, ed acquisita una propria indipendenza, ritornino nella famiglia d'origine. L'analisi si concentra sulla situazione italiana e considera il periodo prima (2006-2007), durante (2008-2009) e dopo (2010-2014) la crisi economica. Numerose sono le motivazioni alla base di questo lavoro: analizzare le ragioni per cui i giovani italiani tornano nella casa paterna è importante perché vivere in una famiglia intergenerazionale può avere effetti negativi sia sui genitori che sui figli. Alcuni studi trovano che condividere la casa con i propri figli fino a tarda età può avere un impatto negativo sulla qualità della vita dei genitori stessi (Tosi and Grundy 2018), altri individuano effetti negativi sui figli in quanto si possono esacerbare problemi psicosociali associati a stress emotivo ed all'abuso di alcol (Sandberg-Thoma et al. 2015); infine quanto più si allunga la coabitazione con i propri genitori tanto più si riduce la possibilità per i giovani adulti di formare una propria famiglia ed avere dei figli. Altri ricercatori evidenziano gli effetti positivi delle famiglie intergenerazionali, soprattutto durante i periodi di crisi economica ed in presenza di alti tassi di disoccupazione. Una crisi economica può infatti, favorire il ritorno nella famiglia di origine per coloro i quali hanno avuto già la possibilità di uscire, oppure può prolungare la convivenza nella casa paterna per coloro i quali ancora non avevano avuto la possibilità di uscire e questo può aiutare il giovane a superare il momento di difficoltà e può sostenere il genitore a prevenire forme di depressione (Courtin and Avendano 2016). Nei periodi di crisi, infatti, i figli riconoscono ampiamente il beneficio ricevuto dai genitori sia da un punto di vista finanziario che emotivo.
Per questi motivi è molto interessante analizzare l'effetto che la crisi economica, iniziata in Europa nel 2008, ha avuto sulla probabilità di ritornare nella casa paterna. In particolare, la disoccupazione giovanile è aumentata in modo sproporzionato in quel periodo, e molti studi hanno effettivamente mostrato che la percentuale di giovani che convivono con i genitori è aumentata in molti paesi europei nei primi anni della crisi economica (Aassve et al. 2013).
In Italia la crisi finanziaria si è propagata a partire dal 2009 ed inoltre è stata aggravata dalla crisi del debito sovrano nel 2010-2011. Dal 2009 in molti paesi europei è cresciuta la spesa pubblica proprio per limitare gli effetti negativi della crisi stessa. L'aumento della spesa e il conseguente aumento del debito pubblico ha drammaticamente peggiorato i bilanci di molti paesi europei, in particolare nei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia and Spagna) dove la crisi del debito sovrano ha portato questi paesi nuovamente in recessione nel 2011 (Blundell-Wignall 2012; Neri and Ropele 2013). Tuttavia, alcuni studi hanno evidenziato che durante questa crisi economica l'aumento della co-residenza nell'Europa meridionale è stata inferiore rispetto a quella che si è osservata in alcuni paesi dell'Europa settentrionale. Le difficoltà nel mercato del lavoro non si sono tradotte direttamente in un più alto tasso di ritorno a casa; infatti i paesi dell'Europa meridionale hanno continuato ad avere gli stessi (seppur bassi) tassi di giovani che vivono in maniera indipendente, come dimostrato da Lennartz et al. (2016). Una delle possibili ragioni per questo fenomeno potrebbe essere dovuta all'effetto di saturazione: i paesi dell'Europa meridionale, ed in particolare l'Italia, avevano già altissime percentuali di giovani in casa paterna già prima della crisi, per cui non sarebbe stato possibile vedere questi tassi ulteriormente aumentare; in altre parole coloro i quali avevano la possibilità di vivere nella casa paterna lo avevano già fatto prima della crisi.
Utilizzando i dati dell'indagine sul Reddito e sulle Condizioni di Vita in Italia (dati IT-SILC), questo lavoro analizza in modo dinamico la probabilità che i giovani (tra i 18 e i 39 anni) tornino a casa (effetto boomerang). In altre parole, il modo in cui il giovane vive (cioè se indipendentemente o con i genitori) è osservato in due anni consecutivi in modo da calcolare la probabilità che egli ritorni nella casa paterna o che continui a vivere indipendentemente. Come hanno dimostrato studi precedenti (Stone et al., 2014), il modo in cui il giovane vive è fortemente legato all'occupazione e alle unioni civili, religiose o di fatto e che legano sentimentalmente due partner (da qui in poi utilizzeremo il termine partnership). In questo lavoro si analizza simultaneamente la probabilità di ritornare nella famiglia di origine, di non essere occupato e di non essere in una partnership. L'obiettivo sarà quello di rispondere alle seguenti domande di ricerca: in che misura la Grande Recessione influisce sulla probabilità per i giovani adulti di tornare alla loro famiglia d'origine? L'effetto persiste dopo aver considerato i due principali fattori trainanti (vale a dire occupazione e partnership)? Quale delle due determinanti è più importante nello spiegare il fenomeno?

 

 

 

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