Storia


Alfonso Tortora

Salvatore Caponetto. Uno storico evangelico tra contemporaneità e modernità•

 

 

 

1. Nella introduzione ad una raccolta di studi, che Salvatore Caponetto aveva dedicato alla «Riforma in Italia» nell'arco di un trentennio, cioè dal 1956 al 1986, Giorgio Spini poneva in evidenza i caratteri essenziali di quelle ricerche, riassumendoli in tre distinti aspetti:

1)                   l'originalità di quegli studi in relazione alle ben più sovrastanti e documentate indagini condotte su questi temi da Delio Cantimori e, poi, proseguite dalla sua scuola;

2)                   la territorializzazione dello sviluppo della Riforma italiana rispetto al modello Riformato tedesco, che al Caponetto appariva essenzialmente troppo legato all'aspetto politico degli sviluppi storici dei ceti territoriali, ma poco al Rinascimento italiano, da cui traeva origine, dentro e fuori la Curia romana, l'anelito del «riformismo religioso» nelle differenti realtà «geo-politiche» e «statali» della penisola;

3)                   il duplice momento della Riforma italiana che, da un lato, in termini popolari veniva posta  in relazione ad «ambienti in larga misura vicini alle posizioni calviniste o da cui fu alimentata una emigrazione diretta in prevalenza a Ginevra», mentre dall'altro in connessione «con il vasto e umbratile mondo degli "Spirituali"»[1].

Ancora in questa introduzione lo storico fiorentino, a conclusione del proprio discorso, anticipava al lettore l'impegnativo progetto dello studioso siciliano di «scrivere una storia complessiva della Riforma italiana del Cinquecento», avvertendo, però, repentinamente che si trattava di «un'opera di insieme quale si desiderava da tempo», ma che nessuno era «stato in grado di produrla»[2].

Cinque anni dopo l'annuncio dello Spini, ossia nel 1992, vedeva la luce, nella collana di «Studi storici» della Claudiana, «La Riforma protestante nell'Italia del Cinquecento» di Salvatore Caponetto. Si trattava di un ponderoso studio, con cui lo storico catanese rispondeva adeguatamente alle attese della cultura storica italiana[3] ed internazionale[4], ciò comprovato dal fatto che l'opera veniva ristampata con aggiunte e rivisitazioni cinque anni dopo, cioè nel 1997[5], e tradotta in anglo-americano con il sostegno dell'American Waldensian Society nel 1998[6].

 

 

 

 

 

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[1] G. Spini, Introduzione a S. Caponetto, Studi sulla Riforma in Italia, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Storia, Firenze, 1987, pp. 5-12, qui pp. 8-9, da cui traggo le citazioni.

[2] Ivi, p. 12.

[3] Se ne leggano, ad esempio, le articolate recensioni al volume sia di G. Spini, recensione a Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell'Italia del Cinquecento, «Rivista Storica Italiana», a. CIV, fascicolo III, 1992, pp.  855-858, sia di C. De Frede, Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell'Italia del Cinquecento, «Archivio Storico Italiano», A. CLI (1993), III (luglio-settembre), pp. 747-50.

[4] Cfr., sotto, nota n. 6.

[5] Torino, Caludiana, 19972.

[6] A cura di Anne e John Tedeschi con il titolo: The Protestant Reformation in Sixteenth Century Italy, Truman State University, Kirksville, 1998 (Sixteenth Century and Studies, vol. LIII), rist. 2001. Per questa edizione si leggano, però, oltre ai sostanziali rilievi critici di John Tedeschi sull'opera tracciati nella «Preface» (in particolare cfr. pp. XI-XII), le osservazioni molto critiche di W.V. Hudon «The Sixteenth Century Journal», Vol. 31, No. 2 (2000), pp. 603-605, il quale scrive: «Simplifications in Caponetto's work are apparent as often through omission of information as through the words he wrote. The most glaring is his lack of attention to Protestant persecution of religious, and sociopolitical nonconformity», lamentando, ad esempio, l'assenza in quest'opera di: «[...] fuller information on the Italian anti-Trinitarians who were persecuted by both Protestants and Catholics in this age [...]» (cfr. p. 605); e le recensioni di T.F. Mayer, «Renaissance Quarterly», Vol. 53, No. 4 (2000), pp. 1206-1207 e di E. Campi, «The Journal of Ecclesiastical History», Vol. 52, No. 4., October 2001, pp. 740-741.