Storia economica dell'età moderna
Melissa Chantal Salerno
La prima domanda che ci poniamo dinanzi al volume di Alfonso Tortora, dal titolo Fonti e documenti sull'eruzione vesuviana del 1631[1], un testo altamente scientifico e, al tempo stesso, sorretto da una squisita vena narrativa, è questa: ma perché mai ci interessa il passato? Noi pensiamo che sia adeguata la risposta di uno tra i maggiori storici dell'età moderna, Giuseppe Galasso, che magistralmente ha fornito la sua ipotesi rispetto a tale quesito. Egli ha scritto che:
«[...] la verità è che noi abbiamo un bisogno di storia, che [...] nasce insieme con noi. In nessun momento possiamo, infatti, essere noi stessi sia come individui sia come comunità, se non abbiamo una visione storica di noi stessi. [...]. Nessuna identità può, in effetti, sussistere senza un tale retroterra di memoria e di coscienza»[2].
E queste affermazioni possono essere inscritte come "guardiane della soglia" per quest'opera di Tortora. Uno storico che affascina con la sua tecnica di cogliere i dettagli e di interpretare gli indizi. Nell'ambito di tale dibattito, sembra interessante proporre un'interpretazione del libro a tre livelli: il primo a livello storico, il secondo antropologico, il terzo narratologico.
[1] A. Tortora, Fonti e documenti sull'eruzione vesuviana del 1631, ViVa Liber Edizioni, Nocera Inferiore, 2012, v. I.
[2] G. Galasso, A lezione dalla storia per imparare chi siamo. Si rilegge il passato in base ai problemi attuali, in Corriere della Sera, 27.01.2013, pp. 28-29.