Universitą


Lucio Avagliano

Per una nuova primavera delle Universitą

 

 

La storia di una università giovane come quella di Salerno si inserisce nelle vicende nazionali nel bene e nel male, caratterizzata soprattutto dall'essere una università del Mezzogiorno, sin dall'inizio ad opera del fondatore prof. Gabriele de Rosa, con una mission che ne legittimava l'esistenza accanto ad un ateneo secolare come quello napoletano.

Quale mission? Quella di dotare la Regione non di una università povera o umanistica, bensì dotata di facoltà scientifiche e per quanto riguarda quelle umanistiche con uno scopo preciso, la formazione di una classe dirigente nuova e moderna in grado di contribuire a tale strutture, di fornire ai giovani una cultura non astratta né accademica ma in grado di incentivare un profondo rinnovamento sociale.

Difficile ripercorrerne lo sviluppo degli ultimi decenni: riforme Berlinguer, Mussi, Moratti, opportunamente definiti da Roberto Perotti[1] autori di riforme inutili, che distruggevano quella che pure c'era di buono, come l'assistentato, con una polemica con i supposti "baroni" a favore dell'allora potente movimento studentesco (cfr. gli esami resi frequenti per l'accordo con l'allora predominante movimento studentesco) invece  l'università americana,  come soluzione della crisi economica, creava in quel tempo  la Graduate School.



[1] R. Perotti, L'Università truccata, Einaudi, 2008