Geopolitica
Enrico Maiorino
Negli ultimi due anni l'attenzione e la ricerca geopolitica, ma non solo quella, si sono concentrate sulla "zona" geografica del Mar Glaciale Artico. Gli studi e le discussioni si possono sintetizzare in questi punti:il progressivo scioglimento dei ghiacci e la conseguente maggiore navigabilità. Il cambiamento climatico e sue conseguenze in generale sul futuro prossimo del Pianeta. Le relazioni internazionali tra potenze (U.S.A, CANADA, C.S.I e Stati Europei) messe in crisi per le relative pretese di ciascuna di esse sull'utilizzazione di risorse sottomarine e delle nuove rotte. Quest'ultimo argomento è sicuramente quello che in misura notevolissima ha interessato il dibattito tra gli esperti ed i giornalisti in Italia. Il "dibattito" tra gli "esperti" italiani si può facilmente schematizzare e fissare in queste rigidissime categorie mentali:1) tutto avviene e sarà in futuro perché russi ed americani vogliono il petrolio ed è quindi logico ed auspicabile che tutta l'area sia in mano ad una nazione amica e democratica -gli U.S.A appunto. Dopo il 2 agosto 2007 quando i due sommergibili MIR 1 e MIR 2 hanno raggiunto il fondo del Mar Glaciale Artico e lasciando una bandiera russa in titanio i commenti in Italia sono stati improntati ad un risentimento ed a una sottovalutazione della situazione. La missione,notevole sul piano tecnologico e scientifico, è stata, invece, un vero successo per la Federazione Russa. Tutto ciò dimostra quanto la visione praticista ed economicista sia dominante ed egemonica nella cultura italiana contemporanea.
La cultura geografica russa ed in modo particolare,la geopolitica, ha sempre considerato le regioni glaciali artiche come luogo privilegiato di analisi e studi sul campo. Le prime esplorazioni, le spedizioni di ricerca aereo-marittime, i lavori dell'istituto superiore di Oceanografia hanno accumulato un considerevole bagaglio culturale relativo al sapere sul sistema Artico. Esula dai limiti di questo lavoro la sistematica rassegna di tutti gli studi ed i risultati da essi raggiunti,ma si può delineare con obiettiva visione dell'insieme due coordinati concetti di sintesi di tali studi.
1) La considerazione da parte della scienza geografica russa, delle ricerche di geofisica terrestre ed oceanica, della geologia terrestre e marina russe e,quindi,della pubblicistica geo-politica russa, della completa integrazione tra la continentalità eurasiatica ed il sistema geografico "glaciale Artico". Simile sintesi dell'approccio geopolitica si inserisce ,quasi senza divergenze,con i concetti geografici e politici delle scuole geo-politiche dell'America Latina. Il concetto di vocazione continentale richiama nella sua analisi pratica e/o teorica-pratica ,le ricerche fondamentali sul Continente Latino.Americano della Professoressa De Castro. L'interdipendenza tra aree e settori di queste segue la linea concettuale dei ricercatori sud-americani dell'Antartide.
2) La pratica esattezza di analisi nella relazione geografica-fisica e geografica-politica tra il sistema eurasiatico e quello artico-glaciale.
Dalla metà degli anni quaranta del secolo scorso il sistema geografico Glaciale-Artico ha visto aumentare la sua importanza strategica non solo per l'ex URSS e poi per la C.S:I ma anche per tutti gli Stati dell'Asia e del Nord America. Lo sviluppo del settore "strategico" dell'aviazione e quello anche "strategico" dei sottomarini ha proiettato il Mar Artico e zone in una dimensione di estrema importanza geo-strategica. Oggi l'Artico è per le Forze Armate Russe quasi una prima linea di difesa, sicuramente,paragonabile a quella dell'Oceano Pacifico per gli U.S.A. Esempio concreto è la specializzazione di reparti militari atti alle condizioni di guerra artica creati in Russia in questi anni, e l'esistenza di una flottiglia di rompighiacci a lunga autonomia presente nelle regione.