Attualitą
Pasquale Policastro
University of Szczecin, Laurea magistrale congiunta in "Law and Policies of European Integration: European Constitutional Law and Multilevel Constitutionalism (Università Autonoma di Barcellona, Università di Milano I, Università di Montpellier I, Uniwersità di Szczecin), Università di Stato di Scienze Applicate Gorzów Wielkopolski
1. La riunione del gruppo network Sintesi del 10 luglio, che ha visto presenti Lucio Avagliano, direttore della rivista Sintesi, Pasquale Policastro, Simona Borzi, direttrice della testata Lèggi, e Giovanni Celenta, ha messo in evidenza un problema fondamentale, che è, secondo il suo fondatore, Lucio Avagliano, la mancanza di dialogo. L'origine della presente crisi è la mancanza di dialogo, come primo e fondamentale punto di discussione della riunione che ha condotto a sviluppare diverse riflessioni, fra le quali: a) senza dialogo la conoscenza è puro apprendimento di nozioni, e non costituisce il momento di sintesi di un ragionamento critico e potenzialmente innovativo; b) nella prospettiva dell'innovazione senza il dialogo si ricade nella pura riproduzione della conoscenza: lo sviluppo per imitazione, nell'epoca della crisi conduce a scelte organizzative che tendono inevitabilmente a replicare proprio quelle soluzioni educative, organizzative ed aziendali che sono in crisi: la mancanza del dialogo genera una cultura che "nasce vecchia"; c) riportando il discorso nell'ambito della formazione universitaria, il processo di integrazione dei curricula in Europa ha condotto ad elaborare, nel quadro del "processo di Bologna" dei descrittori che indicano i risultati dell'apprendimento relativi alle rispettive qualifiche in termini di conoscenze, abilità, e competenze.
2. Il recupero del dialogo dal punto di vista metodologico costituisce un punto di riferimento essenziale alla tradizione dell'università in Europa, non solo per un'innovazione nella ricerca di soluzioni politiche, ma anche per la ricerca di nuovi paradigmi per la protezione della persona in un'epoca che come quella attuale, è caratterizzata da una forte interdipendenza.
La questione è dunque ricercare le forme ed i modi attraverso i quali possiamo recuperare il dialogo all'interno del processo di formazione. Si tratterà ovviamente di formazione universitaria, ma anche di formazione professionale, visto che il dialogo è necessario per potere fare aumentare la produttività in maniera continua e diffusa, utilizzando al meglio le risorse umane. Dovremo poi tenere conto della formazione continua (Life Long Learning), in quanto, senza il dialogo è indice della capacità delle professioni di rapportarsi con il mondo esterno. Infine, e non sicuramente meno importante, dovremmo considerare le cause che conducono a una società senza dialogo. Anzitutto si deve parlare di scuola dell'infanzia, primaria e secondaria, e poi di vita in comune, in famiglia nella società, e in particolare nella società tecnologica.
3. L'obiettivo di un discorso di sintesi, è quello di coniugare la ricerca di modelli teorici con soluzioni pratiche. Partiremo da queste ultime, per discutere: a) come sviluppare un dialogo e farne uso per il miglioramento dei curricula universitari conformemente alla raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 Aprile 2008; b) come fare uso di queste riflessioni sui curricula universitari per migliorare la formazione permanente delle professioni. Direi che possiamo articolare una risposta a queste questioni su tre punti fondamentali.
3.1. Il descrittore delle competenze per il ciclo breve di istruzione superiore, per il primo ciclo e per il secondo ciclo, nel quadro del "Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente" richiedono di sviluppare conoscenze avanzate ad un livello crescente di interazione fra le diverse discipline, essere capaci di metterle in pratica considerando problemi astratti e, ai gradi successivi, in maniera innovativa, e di fare ciò interagendo in maniera sempre più complessa con gruppi di persone sempre più articolati e differenziati. La ragionevolezza di questi requisiti non dovrebbe porre dubbi. In tal caso la formazione, sia iniziale che professionale, se deve tenere fede a tale logica, non può non essere fondata su un apprendimento attivo, ovvero "dialogico", basato su atti partecipativi e retroazione (feedback).
3.2. Introdurre tale elemento nei curricula non appare affatto un desiderio, di fatto inattuabile. La promozione di figure come il tutorato degli studenti più anziani su quelli più giovani, lo sviluppo di circoli di ricerca di studenti attivi, l'istituzione di ore di didattica indirizzate alla discussione ed all'apprendimento attivo, già presenti in diverse esperienze nazionali, vanno coordinate e finalizzate ad attività in cui lo studente interagisce con la società. Fare riunire giovani di diversi paesi per partecipare a progetti come quello de "La Grande Muraille Verte" dell'Unione Africana, consistente nel promuovere la piantagione di una fascia di alberi larga 15 km. che attraversa tutta l'Africa da Dakar a Gibuti, passando per 11 stati, può diventare la base per una partecipazione attiva, dialogica e diretta alla ricerca di innovazione. Infatti lo scopo del progetto è ricostituire la biosfera per ricostruire il tessuto sociale, e richiede per il suo successo lo sviluppo di numerosi servizi, atti giuridici, e una costante comunicazione tra molteplici e differenziati soggetti. Pertanto la partecipazione in attività di questo tipo è particolarmente importante per superare la didattica sulla base delle conoscenze trasmesse in maniera unidirezionale e monologica, giungendo a coniugare conoscenze, abilità e competenze attraverso il dialogo.
3.3. Sviluppare una continuità tra didattica e attività nella società, rivaluta non solo il dialogo, ma la riflessione speculativa. Genera anche una continuità fra formazione di iniziale e formazione professionale propriamente detta. In detta continuità si risolve il concetto di formazione permanente. Da questo discende l'importanza di attribuire un'adeguata importanza al rapporto tra conoscenza, capacità e abilità anche nella formazione successiva al conseguimento dei diplomi universitari e all'esercizio d'una professione. In questo caso, l'utilizzazione di giornali, riviste professionali, blogs, dev'essere non soltanto valorizzata, ma va anche adeguatamente coordinata. Il dialogo deve sapere diventare interdisciplinare e intergenerazionale. La proposta di una sintesi fra piattaforme di comunicazione, sia cartacee che virtuali, con contributi di diverse professioni e diverse generazioni, conduce non solo al dialogo, ma all'innovazione.