Geopolitica


Enrico Maiorino

Libia. Le proiezioni antinomiche del pensiero geopolitico italiano.

Il conflitto libico è ancora in pieno svolgimento nelle fasi principali di ogni guerra: gli scontri sul campo e le mediazioni diplomatiche. Finito ed anche definito è lo stato pratico dello svolgersi dialettico del pensiero geopolitico in Italia. La questione libica è stata discussa ed argomentata in una modesta serie di proiezioni mentali su di una realtà che si apriva in tutto la sua tragica evidenza all’analisi politica planetaria. Queste stesse proiezioni non sono in gran numero e si possono delineare, in modo particolare, sintetizzare in tre prioritarie e chiarificatrici di altre. La prima è la discussione sui soggetti politici e geopolitica del conflitto.Perno simbolico del dibattito è, sicuramente,il ruolo da vero protagonista svolto dalla Francia. Nella maggior parte dei casi, questo ruolo, è stato definito di protagonismo ,in seguito di velleitario protagonismo ed infine di crisi di protagonismo data la non forza dell’intera Europa di essere militarmente dagli USA. Le tecniche usate dalla maggior parte dei commentatori e dalla grande stampa mostrano una struttura di questo genere: una tecnica molto avanzata nel particolare,senza riferimenti ad una più complessa razionalità degli avvenimenti in piena fase di svolgimento,nessun tentativo,pure parziale, di elevare il dibattito verso categorie meglio definite.Si dimentica che da decenni la Francia svolge un ruolo estremamente attivo in Africa, non soltanto da un punto di vista economico-militare, ma con serie riflessioni su una costruzione nuova di vero EuroAfricanismo. Stimolante è il paragonare il parallelo tra Parigi e Mosca, entrambe le capitali si pongono come ponti tra due mondi e l’Europa, l’Asia ed il Pacifico per la Russia e per la Francia L’Africa. Questi sforzi ideologici,politici e di altri fattori non sono esenti da critiche ed errori ma deve essere sottolineato che ormai poche culture si pongono queste ampie problematiche.Tra un essere ed un nulla interpretativo il vantaggio è sempre del primo.Risulta ancora più evidente questo vuoto interpretativo se consideriamo che in Italia la maggior parte degli intellettuali e della popolazione ha percepito,quasi nella sua totalità, l’Occidente,lo sviluppo democratico,l’europeismo come la vera base iniziale di ogni razionalizzazione.In altri termini, questo pensiero moderno in Italia si pone il problema di comprendere il mondo come UNA PROIEZIONE DELL’OCCIDENTE, senza assumerlo come un qualcosa di variabile e di profondamente storico.Ci si ritrova così nella piena essenza della seconda proiezione ideologica sulla realtà. Da queste prime due proiezioni si arriva in forma piena ad una necessaria nuova esigenza di teoria geo-politica.Il sostituire ad un vuoto di programma ideologico una proiezione di geo-economia e di utilitarismo e/o una discussione sulle scelte morali in “politica estera” estenuante e paralizzante